I commercialisti si preparano a passare dalle parole ai fatti. E la chiamata a raccolta da parte della categoria non potrebbe essere più chiara. Lo scorso 12 gennaio, infatti, è stata ufficializzata la data del primo sciopero che avrà luogo dalle 24,00 del 26 febbraio fino alle 24,00 del 6 marzo.

Il conto alla rovescia è, quindi, partito e, a giorni, è atteso il via libero definitivo da parte della Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali. Un intervallo di tempo, quello scelto dai dottori commercialisti, nel quale i professionisti del settore si asterranno dall’invio telematico delle dichiarazioni annuali Iva, relative all’anno 2016 e dalla rappresentanza in seno alle Commissioni tributarie.

Ad essere garantite, invece, le prestazioni indispensabili di cui all’art. 5 del codice di autoregolamentazione  vigente, ovvero:

  • la predisposizione e consegna delle buste paga;
  • la predisposizione e consegna al cliente del modello F24, per il pagamento dei tributi o contributi, quando richiesto ai fini del pagamento in forma autonoma;
  • la predisposizione e consegna al cliente delle dichiarazioni fiscali e tributarie, quando richiesto ai fini della presentazione in forma autonoma;
  • l’assistenza, predisposizione e consegna di documentazione in caso di accesso di organi ispettivi per accertamenti fiscali e tributari, o di deleghe dell’Autorità giudiziaria, in procedimenti penali e di prevenzione, in procedimenti civili e amministrativi;
  • il rispetto dei termini perentori prescritti nell’ambito dei procedimenti tributari o civili in merito all’attività’ di attestazione o in presenza di concordati.

Una settimana, quindi, nel corso della quale i professionisti potranno riappropriarsi della loro professione dedicandosi alla funzione loro propria di consulenza a contribuenti e imprese.
( Italia Oggi , 19 gennaio 2017 ) di Beatrice Migliorini