Con il decreto Sblocca Italia si assiste ad una sostanziale liberalizzazione in campo edilizio.

Il tutto parte da una ridefinizione del concetto di opera di manutenzione straordinaria: oltre ai lavori oggi previsti dal Testo Unico dell’Edilizia (articolo 3, comma 1, lettera b), del D.P.R. n. 380 del 2001), che non danno alcuna possibilità di alterare i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari, nella bozza del decreto legge, vengono considerate attività di manutenzione straordinaria anche «gli interventi consistenti in frazionamento o accorpamento delle unità immobiliari, con esecuzione delle opere anche se comportano la variazione del carico urbanistico».

Pertanto, per tali opere, non sarà necessario alcun permesso a costruire da parte dell’ufficio tecnico del Comune o dello sportello unico dell’edilizia. E, inoltre, non si pagherà il contributo di costruzione, né alcun altro relativo onere di urbanizzazione salvo che la Regione non preveda specifica norma in proposito.

Infine, non sarà più necessario acquisire il permesso a costruire per gli interventi di ristrutturazione edilizia che comportino aumento di unità immobiliari. (Italia Oggi del 2 settembre 2014, pag. 22, di Luigi Chiarello)