Lo schema di decreto legislativo sui ritardi di pagamento, approvato il 31 ottobre dal Consiglio dei Ministri, recepisce la direttiva n. 2011/7/UE del 16 febbraio 2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, e riscrive il Decreto Legislativo n. 231/2002.
In particolare, viene creato un doppio binario:

  • da un lato le transazioni tra imprese e
  • dall’altro quelle in cui il debitore è un ente pubblico o equiparato.

Tra le principali novità di segnala che:

  • il tasso degli interessi legali moratori viene alzato di un punto (passa da sette a otto punti percentuali lo spread da aggiungere al tasso fissato da BCE);
  • la nuova normativa si applica anche alle richieste di interessi inferiori ai 5 euro ma non si applicherà ai debiti oggetto di procedure finalizzate alla ristrutturazione del debito;
  • nel concetto di “Pubblica Amministrazione” vengono ricompresi anche soggetti di diritto privato tenuti al rispetto della disciplina sui contratti pubblici (nozione ripresa dal concetto di “amministrazione aggiudicatrice” del Codice degli Appalti – D.Lgs. n. 163 del 2006);
  • il termine di pagamento, se non diversamente stabilito nel contratto, è di trenta giorni, sia per le imprese private sia qualora il pagamento sia a carico della P.A. (il termine è comunque estensibile a 60 giorni a particolari condizioni). (Italia Oggi del 2 novembre 2012, pag. 23, Antonio Ciccia )