Nell’ambito delle proprie prerogative istituzionali, il Garante della Privacy ha emanato il 15 novembre un provvedimento indirizzato all’Agenzia delle Entrate, per evidenziare numerose criticità del processo di fatturazione elettronica, così come concepito con i provvedimenti attuativi emanati dalla medesima Agenzia, ai fini del rispetto dei precetti normativi in materia di protezione dei dati personali. L’avvertimento del Garante mette a rischio l’avvio nei termini normativamente previsti (1° gennaio 2019) dell’estensione, alla generalità degli operatori IVA, della fatturazione elettronica obbligatoria ?

Vedremo nei prossimi giorni quali potranno essere le soluzioni alternative proposte dall’Agenzia delle Entrate per rendere “privacy-compatibile” il processo di fatturazione elettronica e la relativa conservazione, ma allo stato risulta difficilmente ipotizzabile una soluzione differente dalla proroga dell’avvio della fatturazione elettronica, quantomeno per le operazioni effettuate nei confronti dei consumatori finali (B2C), nella considerazione che in tali soggetti si concentrano i profili di maggiore incompatibilità con la normativa GDPR.

Ulteriori soluzioni, quali l’adozione di un sistema di crittografia dei dati o la limitazione dei dati da trasmettere elettronicamente (soli dati aventi rilevanza fiscale), non potrebbero fornire risposte efficaci alle contestazioni avanzate con il provvedimento in esame, né l’introduzione graduale del processo (a gran voce invocato dagli organismi di categoria professionali per garantire un approccio soft dell’adempimento) potrebbe realizzare la risoluzione della “querelle”.