In alcuni casi i risultati derivanti dall’applicazione del redditest sono sorprendenti: anche se la “coerenza del reddito”  è più frequente della situazione di “incoerenza”.
Tuttavia si segnala che la coerenza nel redditest non esclude l’eventuale impiego degli altri due strumenti di accertamento induttivo, quali lo spesometro e il redditometro.
Inoltre il redditest fornisce risultati altalenanti in base alla rilevanza della territorialità e, in alcuni casi, i risultati sono imprevedibili, quando la coerenza c’è in caso di spese superiori al reddito.
Il risultato di coerenza, per coloro che dichiarano redditi più bassi rispetto alle spese sostenute, può avere una sua giustificazione nel fatto che il sistema di calcolo del redditest potrebbe avere coefficienti inferiori ad uno, nel senso che ad una spesa di 100 può corrispondere un presunto reddito di 50, perché il parametro di riferimento è 0,50, cioè inferiore all’unità.
Nel calcolo del redditest, alcune voci di spesa possono modificare il risultato dello strumento informatico: infatti, si rileva che, a parità di spese e di beni posseduti, per la diversità della spesa sostenuta, un contribuente risulti coerente e l’altro incoerente (ad esempio, hanno un peso maggiore, in termini di reddito presunto, le spese per i beni voluttuari, per il tempo libero, vacanze, attività ricreative, e per la cura della persona: per queste spese, i moltiplicatori sono, di norma, superiori all’unità, in modo che, ad esempio, ad un moltiplicatore di 1,50, per una spesa di 100, corrisponde un reddito presunto di 150). (Il Sole 24 Ore del 27 novembre 2012, pag. 25, Salvina Morina, Tonino Morina )