La recente approvazione del disegno di legge che eguaglia i diritti dei figli naturali a quelli dei legittimi comporta significativi impatti in ambito di diritti ereditari.
La novità più significativa introdotta riguarda il cosiddetto diritto di commutazione, che era la principale differenza nel trattamento successorio tra figli legittimi e figli naturali.
L’articolo 537, comma 2, del codice civile prevedeva che i figli legittimi potessero soddisfare in denaro o in beni immobili ereditari la porzione spettante ai figli naturali che non vi si fossero opposti. Con la riforma appena varata tale scambio tra bene e denaro non sarà più possibile.
Un altro tema ereditario su cui impatta la riforma della filiazione naturale è quello della successione tra fratelli.
In conseguenza dell’equiparazione fra filiazione naturale e quella legittima, se muore un soggetto che non lascia figli, i suoi fratelli ereditano, sia che siano figli nati nel matrimonio del loro genitore, sia che siano figli nati al di fuori di tale matrimonio. Con la conseguenza che la presenza di fratelli naturali andrà a comprimere le quote dell’eventuale coniuge superstite e di eventuali altri fratelli ed esclude la chiamata all’eredità di parenti di grado ulteriore rispetto al grado dei fratelli (rispetto al defunto). (Il Sole 24 Ore del 29 novembre 2012, pag. 27, Angelo Busani )