Il Consiglio di Stato, con le pronunce dell’adunanza plenaria n. 33 e 34 del novembre 2012, ha precisato che l’impresa che abbia lavori in più province è soggetta ad una pluralità di certificazioni antimafia, cioè una per ogni lavoro acquisito.
Questa precisazione sembra riguardare le informative “atipiche” cioè quelle che, seppure favorevoli per quanto di competenza del Prefetto, danno inizio a valutazioni più approfondite a carico dell’ente appaltante, su potenziali tentativi di infiltrazione malavitosa.
Questi ulteriori approfondimenti dovranno riguardare il rischio di infiltrazioni sul singolo appalto, analizzando ad esempio le frequentazioni, le contiguità, i flussi finanziari, l’esistenza di precedenti penali (anche non di condanna).
L’eventuale dubbio sulla possibile infiltrazione non si estende ad altri lavori che la stessa impresa può avere in corso nella stessa o in altre Province. (Il Sole 24 Ore del 5 dicembre 2012, pag. 27, Cristian Immovilli, Guglielmo Saporito )