La Commissione Industria del Senato ha dato il via libera al decreto crescita 2.0 che ora passerà all’esame dell’aula di Palazzo Madama accompagnato dalla richiesta di fiducia avanzata dal Governo.
Ieri notte l’approvazione del testo della legge di conversione ha riservato diversi colpi di scena, conseguenza del clima di fine legislatura che sta influenzando il comportamento dei parlamentari e in particolare sono stati bocciati diversi emendamenti presentati dai relatori di maggioranza.
In particolare:

  • non è più previsto l’abbassamento da 500 a 100 milioni della soglia per il credito di imposta in favore delle opere finanziate con capitali privati;
  • possono usufruire dei project bond non solo opere di nuovo finanziamento ma anche quelle per il rifinanziamento del debito di opere già finanziate;
  • non viene più ridimensionata la disciplina della responsabilità solidale dell’appaltatore nei confronti del subappaltatore che non paga l’Iva o i contributi previdenziali dei dipendenti;
  • non viene più introdotta la possibilità per le imprese di produrre il Durc mediante autocertificazione in caso di ritardi da parte della pubblica amministrazione nel suo rilascio. (Il Sole 24 Ore del 5 dicembre 2012, pag. 2, Carmine Fotina, Marco Mobili )