L’articolo 54, comma 3, del Tuir stabilisce per i professionisti la possibilità di dedurre il 50% della rendita catastale (e del canone di locazione ancorché finanziaria) relativa ad immobili ad uso promiscuo, purché il contribuente non disponga di un immobile adibito esclusivamente all’esercizio di arte o professione nello stesso Comune.
La medesima deducibilità  è prevista per le spese sostenute per i servizi relativi a tali beni ad uso promiscuo e per le spese di ristrutturazione, ammodernamento e manutenzione, che per loro natura non possono essere imputate a incremento del valore del bene stesso.
L’Agenzia delle Entrate, nel corso della diretta Map del 31 maggio scorso, ha precisato che tale deduzione delle spese al 50% non è condizionata ad un uso effettivo di uguale percentuale dell’immobile ma si tratta di una deduzione standardizzata, a prescindere dalla percentuale di effettivo utilizzo.
Il chiarimento fornito seppur importante è comunque parziale in quanto non è stato precisato come calcolare la quota annua deducibile delle spese di ristrutturazione e ammodernamento sostenute per tali immobili. (Il Sole 24 Ore del 25 giugno 2012, Norme e Tributi, pag. 3, Paolo Meneghetti, Luca Miele )