Senza l’assistenza dei software i dottori commercialisti sono costretti ad immettere a mano, una per una, le variazioni delle aliquote IMU e le delibere dei Comuni che influenzano la determinazione dell’imposta da versare a saldo entro il prossimo 17 dicembre.
Tale situazione si è venuta a creare per colpa del ritardo con cui i Comuni hanno approvato le delibere definitive con le aliquote e trasmesso gli atti al Dipartimento delle Finanze.
La normativa dà infatti ai Comuni 30 giorni di tempo dal varo della delibera per caricare il provvedimento con le aliquote sul sito www.finanze.it ma, poiché molte di queste sono state approvate a ridosso del termine del 31 ottobre, c’è il rischio che un quadro dettagliato degli importi non si possa avere prima di fine novembre e, in ogni caso, troppo a ridosso della scadenza del saldo fissata per il prossimo 17 dicembre.
Ne consegue che, in assenza di un quadro delineato e dato il poco tempo a disposizione, sia le software house che i soggetti istituzionali come l’IFEL non hanno provveduto all’aggiornamento dei software di calcolo.
Si segnala che lo stesso Istituto per la Finanza e le Autonomie Locali (IFEL) tenta in qualche modo di dare una soluzione a tale criticità inserendo sul suo sito le delibere dei singoli Comuni, ma l’operazione è ben lungi dall’essere terminata.
In questa situazione di precarietà e incertezza le software house hanno fatto l’unica scelta sensata a loro disposizione: evitare l’immissione delle aliquote utili per il saldo IMU 2012 suddivise per ciascun Comune d’Italia. La linea adottata è quella di suggerire ai loro utenti la personalizzazione delle aliquote e delle nuove tipologie di tassazione limitando il lavoro solo al range di Comuni utilizzati sulla base della clientela dagli stessi servita. (Italia Oggi del 27 novembre 2012, pag. 25, Andrea Bongi )