I contribuenti che possono rientrare nel nuovo regime dei minimi introdotto dal D.L. n. 98/2011, che prevede un’imposta sostitutiva del 5%, devono approfondire la normativa di contrasto delle false partite Iva introdotta dalla riforma del mercato del lavoro (legge n. 92/2012).
I tre paletti della riforma Fornero, recentemente modificati dal decreto svuluppo per contrastare le false partite Iva, sono i seguenti:

  • la durata della collaborazione non deve superare gli otto mesi annui per due anni consecutivi;
  • il corrispettivo non deve costituire più dell’80% dei corrispettivi annui complessivamente percepiti dal collaboratore nell’arco di due anni solari consecutivi;
  • il collaboratore non deve disporre di una postazione fissa di lavoro presso una delle sedi del committente.

Se si è in presenza di almeno due dei presupposti appena sopra indicati, la prestazione lavorativa va ricondotta alla collaborazione coordinata e continuativa con l’alto rischio di scivolare nell’ambito del lavoro subordinato.
In tale ipotesi il contribuente non può più essere classificato come titolare di un reddito di lavoro autonomo o d’impresa e viene conseguentemente perso anche il diritto a usufruire del regime agevolato dei minimi. (Il Sole 24 Ore del 3 settembre 2012, Norme e Tributi, pag. 1, Gianfranco Ferranti )